INTRODUZIONE ALLA TECNICA
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INTRODUZIONE ALLA TECNICA
Il beach-ledgering è una tecnica di pesca dalla spiaggia che si differenzia dal surf casting fondamentalmente per le diverse condizioni meteo-marine in cui viene praticato e per la “pesantezza” delle attrezzature.
Il surf casting è praticato in condizioni meteo-marine spesso estreme (vento forte, mare grosso), con l’obbiettivo di scagliare le nostre esche a livello della probabile zona di pascolo dei pesci che si trova a livello dell’”ultimo frangente”, spesso a distanze superiori ai 100 metri dalla riva.
Il beachledgering invece lo si pratica a mare calmo, al massimo alla fine della scaduta, utlizzando attrezzature più leggere e fili sottili per garantire una maggior naturalezza di movimento all’esca.
Dalle nostre parti è molto più frequente trovare condizioni meteo-marine da ledgerig che da surf castig, anche durante il periodo invernale.
A mio modo di vedere, l’aspetto più interessante del beachledgering è rappresentato dalla possibilità di utilizzare pasturatori piombati (che potranno essere caricati con bigattino o pasture varie) per cercare di avvicinare i pesci al nostro punto di pesca.
In pratica mentre nel surf casting si va a ricercare la zona di pascolo dei pesci, che si viene a creare, in condizioni meteo marine adeguate, in corrispondenza dell’ultimo frangente, nel beach ledgering, trovandosi di fronte a mare piatto o comunque solo increspato, bisogna garantire il massimo di naturalezza di movimento dell’esca utilizzando fili molto sottili e cercare, mediante l’uso del pasturatore, di attirare i pesci al nostro punto di pesca.
Questa tecnica di pesca non deve essere interpretata come un ripiego rispetto al surf, potendo offrire frequentemente belle soddisfazioni.
Specie quando si sceglie di utilizzare i pasturatori, cosa che consiglio vivamente in condizioni di mare molto calmo, una cosa fondamentale è cercare di lanciare sempre nello stesso punto, in modo da creare un area di pascolo; per questo motivo in questa tecnica non è necessario eseguire lanci forzati come nel surf, ma è più opportuno cercare di essere il più precisi possibile, altrimenti ci ritroveremo a lanciare esche in acqua sperando che qualche pesce ci si imbatta per puro caso e a quel punto il “cappotto” sarà molto probabile.
Seguiranno topic specifici riguardo le canne da utilizzare, esche, pasture, fili, montature, minuteria e accessori vari.
Ovviamente ogni consiglio e ben accetto.
Il surf casting è praticato in condizioni meteo-marine spesso estreme (vento forte, mare grosso), con l’obbiettivo di scagliare le nostre esche a livello della probabile zona di pascolo dei pesci che si trova a livello dell’”ultimo frangente”, spesso a distanze superiori ai 100 metri dalla riva.
Il beachledgering invece lo si pratica a mare calmo, al massimo alla fine della scaduta, utlizzando attrezzature più leggere e fili sottili per garantire una maggior naturalezza di movimento all’esca.
Dalle nostre parti è molto più frequente trovare condizioni meteo-marine da ledgerig che da surf castig, anche durante il periodo invernale.
A mio modo di vedere, l’aspetto più interessante del beachledgering è rappresentato dalla possibilità di utilizzare pasturatori piombati (che potranno essere caricati con bigattino o pasture varie) per cercare di avvicinare i pesci al nostro punto di pesca.
In pratica mentre nel surf casting si va a ricercare la zona di pascolo dei pesci, che si viene a creare, in condizioni meteo marine adeguate, in corrispondenza dell’ultimo frangente, nel beach ledgering, trovandosi di fronte a mare piatto o comunque solo increspato, bisogna garantire il massimo di naturalezza di movimento dell’esca utilizzando fili molto sottili e cercare, mediante l’uso del pasturatore, di attirare i pesci al nostro punto di pesca.
Questa tecnica di pesca non deve essere interpretata come un ripiego rispetto al surf, potendo offrire frequentemente belle soddisfazioni.
Specie quando si sceglie di utilizzare i pasturatori, cosa che consiglio vivamente in condizioni di mare molto calmo, una cosa fondamentale è cercare di lanciare sempre nello stesso punto, in modo da creare un area di pascolo; per questo motivo in questa tecnica non è necessario eseguire lanci forzati come nel surf, ma è più opportuno cercare di essere il più precisi possibile, altrimenti ci ritroveremo a lanciare esche in acqua sperando che qualche pesce ci si imbatta per puro caso e a quel punto il “cappotto” sarà molto probabile.
Seguiranno topic specifici riguardo le canne da utilizzare, esche, pasture, fili, montature, minuteria e accessori vari.
Ovviamente ogni consiglio e ben accetto.
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