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LE ESCHE PER CATTURARE LA SPIGOLA

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Gio Ago 12, 2010 7:22 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Gio Ago 12, 2010 7:24 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Gio Ago 12, 2010 7:26 pm

Esca regina del surf casting e non solo, ottima da usare in autunno, ma anche in tutto l’arco dell’anno come pastura. Costa poco ed è sempre reperibile, basta recarsi in pescheria e la troveremo per qualche euro per kilo. Ci sono svariati modi di innescare la sardina: Intera, a tocchetti, a filetto, a sigaro ed in tanti altri modi. Per l'innesco, sfilettiamone una in due parti longitudinalmente eliminando la lisca centrale. Per un buon innesco abbiamo di bisogno di un ago da vermi: Poniamo l’ago nel mezzo della sardina, precedentemente aperta in due longitudinalmente, stessa cosa faremo con il terminale, con l’amo rivolto verso la parte più larga della sardina, chiudiamo il salsicciotto e rassodiamolo con del filo elastico lasciando fuoriuscire la punta dell’amo. Questo innesco si può eseguire in due modi: Sia con la carne della sardina rivolta verso l’esterno, sia rivolta verso l’interno, lasciando così sul lato esterno dell’innesco la pelle lucida della sardina. Il primo innesco ha un forte potere olfattivo ma disperde subito gli umori oleosi che attraggono le prede e, di conseguenza, necessita di un controllo periodico più breve in quanto è soggetto all’attacco della minutaglia. Il secondo, con la pelle rivolta all’esterno, è ottimo durante le mareggiate in quanto simula un pesciolino in difficoltà in mezzo alle onde.

Una variante consiste nell’inserire all’interno dell’innesco un pezzetto di polistirolo in modo da rendere l’innesco più naturale facendolo svolazzare nella corrente.

Abbiamo parlato dell’innesco principe nella pesca da terra.

Ci sono svariati modi di innescare la sardina, come ad esempio nella pesca dalla barca
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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Gio Ago 12, 2010 7:29 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Gio Ago 12, 2010 7:31 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Gio Ago 12, 2010 7:33 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Gio Ago 12, 2010 7:35 pm

Muggine e tranci di pesce in genere.

E’ l'esca regina per insidiare il grosso predatore: Spigola, Grongo, Dentice, Leccia, Ricciola, Serra e Razza. Può essere usato vivo oppure a tranci, come la sardina. Sono più grossi e di conseguenza l’innesco viene più corposo e risulta essere più attrattivo nei confronti del grosso predatore. La procedura dell’innesco è uguale a quella della sardina, ma invece di usare un pesce intero ne useremo metà. Si adagia il pesce su una tavola di legno, o similare, si taglia un bel filetto da un lato del pesce e lo si squama. Facciamo un taglietto longitudinalmente per permettere al filetto di piegarsi ed inseriamo al suo interno l’ago da vermi ed il terminale con l’amo. A questo punto chiudiamo il tutto con del filo elastico e sfiliamo l’ago lasciando la punta dell’amo fuoriuscire dall’innesco.

Solitamente questo innesco, in mancanza di vivo, si utilizza per insidiare il pesce serra quindi, i primi 20 cm di finale, a partire dall’amo, dovranno essere di cavetto d’acciaio da 20/30 libbre. Per l’innesco del cefalo vivo, si prende un cefalo di circa 3 – 4 etti e si innesca un amo sul dorso appena dietro la testa, e uno vicino la pinna anale, non troppo in profondità altrimenti avrà vita breve. Se c'è un predatore in giro avremo una bella sorpresa. Per l'innesco a tranci si possono usare anche lo sgombro ed il sugarello
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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 13, 2010 4:04 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 13, 2010 4:12 pm

ESCHE E PASTURE: L’USO DELLA COLLA PER BIGATTINI


Pratica sicuramente più diffusa in acque interne che in mare, qualcuno l’ha definita un’arte, l’incollaggio del bigattino sicuramente può essere utile in molte delle più comuni situazioni che prevedono l’uso delle larve, o addirittura fondamentale per il buon esisto della pesca in casi particolari. Ricorrendo a metodi di pesca che prevedono l’ausilio di canne come bolognese, inglese ecc., volendo impostare l’azione di pesca sul fondo (presenza di corrente, profondità ecc. o per semplice scelta) si ha la necessita di velocizzare e concentrare la discesa dei bigattini; evitando dispersioni qua e là di larve sfuse. Esistono sicuramente altri metodi di pasturazione per rilasciare le larve sul fondo, ma decisamente non ci consentono come la colla di gestire la pasturazione totalmente sia come quantità, scelta di tempi, altezza di pesca ecc. È utile per affrontare diverse condizioni riscontrabili in pesca, si può ricorrere a tre tipi di incollaggio:

- Incollaggio “classico”
- Incollaggio “pesante”
- Incollaggio “leggero”



COSA CI PUÒ SERVIRE...

I bigattini: se pasturando con larve sfuse possono bastare anche quantitativi minori, ricorrendo all’uso della colla per qualche ora di pesca, è utile averne una buana quantità a disposizione, almeno 1 kg da incollare più la scorta.

Collante: esistono diversi tipi di colla sia per marca che per tipo, con caratteristiche diverse, le principali sono la gomma arabica (di colore giallastro) e la colla bianco neve.
Tra le due è sicuramente migliore la prima, ma purtroppo più difficoltosa da usare avendo anche diversi tempi di incollaggio rispetto alla prima, se l’incollaggio è per uso da parte di neofiti e pescatori non agonisti, è preferibile ricorrere alla classica “bianca” che da ottimi risultati anche durante i primi tentativi ed è più facile da utilizzare.
La gomma arabica a differenza è decisamente più collante rispetto all’altra e necessità di quantitativi minori.
È utile ricordare che il collante và tenuto in luoghi asciutti, se per sbaglio dovesse arrivarci umidità o peggio ancora acqua, potremo rischiare di renderlo inutilizzabile.

Setaccio: per avere un buon incollaggio delle larve, queste devono essere più pulite possibile e prive di segatura o altro, le soluzioni possono essere due, o si chiede al negoziante di fiducia (anche se qualche furbetto con la scusa del mantenere “asciutti” i bigattini abbonda con quantità di segatura ecc.…. quello non può essere il nostro negoziante di fiducia… è preferibile andare dal falegname a comprare segatura, voi fatevi dare bigattini…) o bisognerà rimuovere tutto con l’aiuto di un setaccio, procedimento che comunque comporta una perdita di tempo.
Può andar bene un setaccio metallico a maglia da 2-2,5 mm, uguale a quelli per disgregare i grumi delle pasture (attenzione alla scelta del materiale, i bigattini per natura rilasciano una sostanza particolare che potrebbe rovinare le reti metalliche).
Oggi esistono in commercio appositi setacci, all’interno dei quali è anche possibile incollare i bigattini, realizzati in plastica con rada sul fondo per la setacciatura o più fitta per l’incollaggio.

Recipiente per l’incollaggio: è necessario avere una bacinella o vaschetta ampia che ci consenta di distribuire correttamente colla e umidificazione anche su abbondanti quantità di bigattini; la scelta del materiale può variare anche a seconda della stagione, considerato che nella stagione calda, i bigattini sudano molto, si potrebbe avere un eccesso di umidificazione naturale, in alcuni casi sarebbe da preferire il legno come materiale (mantiene stabile la temperatura al suo interno ed è un materiale assorbente) in tutti gli altri casi può andare benissimo un recipiente plastico.
Per conciliare le varie necessità si può ricorrere all’utilizzano di recipienti con fondo realizzato con rete plastica in modo da far respirare i bigattini sul fondo e utile anche per perdere eventuale colla in eccesso.
L’ideale sarebbe farsi un telaio artigianale in casa, semplicemente rimuovendo il fondo da una bacinella e attaccandoci con del nastro una comune zanzariera fitta.

Vaporizzatore o spruzzino: questo strumento per molti non è indispensabile, perché per l’umidificazione dei bigattini si bagnano le mani e mescolano il tutto, ma credo proprio che avere un piccolo spruzzino a portata di mano consenta di distribuire meglio l’umidificazione su tutti i bigattini, e controllarne l’eccesso che è la maggiore causa di incollaggi mal riusciti. Nei casi più disperati si potrebbe anche utilizzare il guadino bagnandolo e spolverando sopra le larve, ma è consigliabile farlo solo se c’è molto sole e quindi saremo sicuri che l’eventuale acqua in eccesso asciughi immediatamente.

L’INCOLLAGGIO “CLASSICO”...
Questo tipo di incollaggio è utile in condizioni di acque medio-lente con profondità non eccessive. Come abbiamo accennato per avere un ottimo incollaggio si tiene conto di molti aspetti, tra cui i principali che sono l’umidificazione e il quantitativo di collante necessario, a seconda di questo rapporto possiamo avere un rilascio più o meno veloce delle larve sia sul fondo che in discesa. Considerato che ogni pescatore credo che abbia il suo metodo personale in base all’esperienza, cerchiamo di vederne uno che possa permettere di limitare il numero degli errori, con i vari passaggi.


1) verifica dello stato dei bigattini - prima di versare i bigattini nel nostro recipiente come abbiamo visto in precedenza dobbiamo verificare che siano puliti, se non lo sono si versano prima nel setaccio e procediamo a ripulirli per bene da segatura, residui di nutrimento ed altro. È importante per realizzare un incollaggio ben fatto, meglio ancora recatevi in quei negozi in cui i bigattini li vendono puliti, ce ne sono parecchi.


2) verifica dello stato di umidificazione naturale - una volta puliti e versati nel nostro recipiente, testiamo lo stato di sudorazione naturale del bigattino (solitamente se li abbiamo mantenuti all’interno di una sacca in stoffa saranno asciutti o quasi, viceversa in un recipiente plastico potrebbero essere umidi) questa varia molto anche in relazione ai periodi dell’anno e all’umidità presente nell’aria, particolare attenzione và prestata nelle ore calde dei mesi estivi o nelle nottate umide, perché potrebbe aumentare l’umidificazione naturale anche dopo l’incollaggio. Per fare questo basta mettere il palmo della mano sopra le larve quando sono nel recipiente, la sensazione di secchezza o umidità è immediata (i bigattini umidi o trasudanti puzzano maggiormente).

3) umidificazione artificiale - una volta valutato il grado di umidificazione naturale dobbiamo valutare, se necessaria, l’aggiunta di umidificazione artificiale (è bene ricordarsi che in molti casi il quantitativo di acqua necessaria è modestissimo con il vaporizzatore per 1 kg. di bigattini basta qualche spruzzata) in caso è preferibile aggiungerne in seguito, perché se eccediamo rischiamo di compromettere la possibilità di incollaggio. Adesso dobbiamo rendere uniforme l’umidificazione, c’è chi lo fa con le mani, c’è invece chi come me fa saltare il tutto più volte dal recipiente; anche perché la colla sulle mani è decisamente fastidiosa.
Se ci accorgiamo di aver esagerato con l’umidificazione, non cospargete la colla, al massimo possiamo provare a rimettere i bigattini in una sacca pulita, asciugate la bacinella e si rincomincia da capo.

4) l’aggiunta della colla - questa forse è la parte più critica per chi inizia, c’è chi si regola a tappi, chi a cucchiai, chi a cucchiaini ed altri con l’erogatore forato sul tappo. Il quantitativo da cospargere sulle larve, dipende dal tipo di colla scelta e dall’umidificazione, la gomma arabica ad esempio è più collante quindi necessita di minori quantitativi e ha il vantaggio di risultare meno appiccicosa alle mani ad incollaggio ultimato anche se abbiamo commesso qualche piccolo errore.
Considerato che queste due righe sono per chi vuole iniziare, prenderemo in considerazione la colla bianco-neve, anche se necessita di dosi maggiori, rispetto all’altra più collante, consente di ridurre il numero di errori, riuscendo a valutare meglio i primi rapporti umidificazione/quantità colla, ed evitare problemi per eccesso di collante.
Io solitamente mi regolo con l’erogatore, ma credo che come riferimento si possano prendere 2/3 cucchiai da cucina per kg di larve; una volta cosparsi per bene i bigattini, si rigira nuovamente il tutto per rendere uniforme anche la distribuzione della colla.



5) attesa per la presa del collante - se avete fatto tutto bene, dopo qualche minuto vedrete le larve incominciare a rallentare fino a fermarsi, se dopo una decina di minuti vedete che il collante non ha fatto presa (o restano ancora molti bigattini liberi) può dipendere o da un eccesso di umidificazione o da una carenza di umidificazione, in questo secondo caso possiamo dare qualche altra spruzzata senza esagerare (un eccesso spropositato di acqua sui bigattini a inizio o già parzialmente incollati può rendere inutilizzabile il tutto) e si rigira.



6) utilizzo - dovremo essere riusciti a realizzare la nostra “torta” di bigattini, adesso possiamo staccare le nostre palle o palline pronte per essere usate per pasturare, se queste risultassero un po’ appiccicose nella mano, possono essere utilizzate comunque con qualche accorgimento (vi “sporcate” le mani con sabbia fine o borotalco o addirittura con la colla come si fa con la farina in casa, è sempre bene avere una bacinella d’acqua e uno straccio con se, la colla sulle mani è fastidiosissima e compromette anche le normali operazioni di pesca).
È importante seguire questi passaggi per evitare di mettere la colla prima di umidificare, altrimenti questa con il movimento delle larve và a depositarsi sul fondo del recipiente con il risultato che avremo i bigattini che si andranno ad incollare alle pareti ed al fondo del recipiente.

INCOLLAGGIO “PESANTE”...
Specialmente anche per uso marino o quando per motivi legati alla presenza di molto fondo, scelta di velocizzare la discesa della pastura, presenza di corrente che possa far cambiare traiettoria in discesa alle nostre palle etc., si può appesantire il tutto ricorrendo all’uso di ghiaino di piccola pezzatura lavato, o quarzite o ghiaietta specifica per acquari ecc. Ricordarsi sempre che questi devono essere puliti da polverine e residui vari.



Esistono diversi metodi di incollaggio insieme ai “pesi”, come al solito c’è chi incolla prima il ghiaino e dopo aggiunge i bigattini, chi fa due incollaggi separati e poi mischia ecc. Noi per restare legati alle fasi che abbiamo visto nell’incollaggio “classico” durante l’attesa per la presa del collante (aumentando in precedenza il quantitativo di colla), quando le larve incominciano a rallentare come movimento inseriamo la nostra ghiaia (la scelta del quantitativo è in base al grado di pesantezza che vogliamo raggiungere, per iniziare tenetevi su una percentuale dal 20 al 40% in proporzione al quantitativo di bigattini).



Attenzione a non farlo prima altrimenti con le larve ancora in movimento la ghiaia andrà a depositarsi sul fondo e non si distribuirà uniformemente.

INCOLLAGGIO LEGGERO...
Quando si decide di pasturare con l’ausilio della fionda per basso fondo o pesca superfice/mezzo fondo, la distanza che si può raggiungere anche con la fionda “havy” ad elastico grosso è di circa 20-25 mt con vento a favore. Per guadagnare qualche metro o per ridurre l’apertura delle larve fiondate, limitando l’area di pasturata, possiamo realizzare un incollaggio leggero sfruttando l’umidificazione naturale dei bigattini e cospargendoli di colla; se la sudorazione della larva non è sufficiente si dà solo una leggerissima spruzzatina. Questa operazione ha comunque bisogno di una buona dose di pratica, con qualche errore, può capitare che i bigattini restino in parte all’interno della fionda... per necessità legate a lunghe distanze si può appesantire l’incollaggio leggero con ghiaino o simili come visto in precedenza.



Questi tipi di incollaggi potrebbero tornarvi utili nelle più comuni circostanze di pesca, è bene ricordarsi che le prime prove è meglio farle con una piccola quantità di bigattini, altrimenti se fate errori rischiate di dover buttare via tutto. Per avere incollaggi perfetti possono volerci molte prove e forse anni di esperienza...

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 13, 2010 4:18 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 13, 2010 4:19 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 13, 2010 4:22 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 13, 2010 4:25 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 13, 2010 4:28 pm

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