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EMERGENZA,,CANNE IN CARBONIO,PERICOLO FULMINI,,

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Lun Ago 16, 2010 6:57 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Lun Ago 16, 2010 7:14 pm

Per il calcolo delle probabilità sembra che sia più difficile essere colpiti da un fulmine che vincere alle lotterie: ma anche se il rischio è minimo i danni per una persona colpita da queste scariche atmosferiche possono essere letali.

Ogni anno al mondo si contano circa 1.000 decessi causati dall’accidentale, e rara, fatalità di essere colpiti da un fulmine, fulmini che cadono nel corso dei 16 milioni di temporali che annualmente si verificano nel nostro pianeta, in gran parte nella fascia equatoriale. Solo in Italia, dall’inizio di questo 2007 sino al 2 agosto scorso sono caduti oltre 578.000 fulmini; a conferma del fatto che il fenomeno atmosferico dei fulmini è ben presente nel nostro Paese e negli ultimi 30 anni ha provocato 600 decessi, in maggioranza uomini (80,3%), la cui età media - per la cronaca - supera di poco i 40 anni. Fortunatamente l'evento non è così frequente e, anzi, si è notevolmente ridotto nel tempo: basti pensare che all'inizio degli anni Settanta morivano mediamente 40-45 persone l'anno contro le 7-10 degli ultimi anni.

Tra le ragioni che hanno fatto diminuire, nell’arco di qualche decennio, il numero di decessi causati da questo spettacolare quanto pericoloso fenomeno atmosferico si possono elencare: una maggiore protezione degli edifici mediante opportuni dispositivi (parafulmini, ecc.), una maggiore diffusione delle conoscenze di base relativamente ad alcuni comportamenti a rischio da evitare, un significativo miglioramento della medicina e dell’efficienza dei servizi. Alcuni anni fa molte ustioni gravi, spesso lasciate sui corpi di coloro che vengono accidentalmente colpiti dalle scariche atmosferiche, portavano spesso alla morte: oggi, grazie ai progressi delle tecniche di ricostruzione dei tessuti, i tassi di mortalità per ustione si sono più che dimezzati. Anche un costante e progressivo spopolamento di zone montane e di campagna dove una volta si contavano molti incidenti tra agricoltori e pastori ha ridotto notevolmente il numero delle morti: la montagna, dove si addensano nubi temporalesche, rappresenta una delle zone più a rischio. Le altre sono spiagge, mare, campi aperti, alberi isolati.

Di seguito sono elencati alcuni utili consigli dell’Istituto Superiore di Sanità, piccole precauzioni che possono diminuire ancora la possibilità di essere centrati da un fulmine, nel caso di temporali e condizioni atmosferiche in cui i fulmini si sviluppano.

1) se si è all’aperto, senza ripari nelle immediate vicinanze, evitare di stare in piedi con le gambe divaricate a causa del rischio di differenze di potenziale elettrico tra i due piedi. E' meglio accucciarsi, tenendo i piedi il più uniti possibile e con la testa tra le ginocchia. Evitare anche di sdraiarsi a terra perché così aumenta la superficie a contatto con le cariche positive e quindi il rischio di essere fulminati. Può essere utile isolarsi dal terreno con qualsiasi materiale isolante a disposizione (es. uno zaino asciutto se si è in montagna);

2) se si è in un gruppo di persone, sparpagliarsi per evitare la propagazione dalla scarica tra vicini;

3) non ripararsi sotto gli alberi isolati, specie se alti. Il bosco fitto è già meno pericoloso, purché si rimanga lontano dai tronchi o dai rami bassi;

4) liberarsi da qualsiasi oggetto metallico ponendolo ad una certa distanza;

5) cercare di evitare tutte le strutture metalliche, come per esempio i piloni, tettoie aperte, cabine telefoniche;

6. se si è al mare, durante un temporale stare distante dalle barche e dalla spiaggia perché ombrelloni e gli alberi delle imbarcazioni possono attirare un fulmine;

7). all’approssimarsi di un temporale non entrare in contatto con specchi d’acqua (piscine, laghi o fiumi). Se si è sorpresi da un temporale quando si è in acqua, tornare subito a riva. Se si è in barca e non è possibile un rapido rientro, rimanere accovacciati evitando il contatto con l'acqua;

quando è in arrivo un temporale, evitare, in generale, di praticare attività all’aperto, come, ad. es. la pesca con canna, specie se in carbonio;

9). se si ha la possibilità, rifugiarsi in macchina, chiudendo bene i finestrini, evitando di toccare le portiere del veicolo. La macchina è una “gabbia di Faraday” per cui il fulmine percorre la superficie dei conduttori scaricandosi nel terreno non toccando tutto quello che c’è all'interno dell'abitacolo;

10) se si è in casa, chiudere bene le finestre e ricordarsi di staccare tutti i dispositivi elettrici. Poiché i fulmini tendono a seguire i circuiti elettrici, evitare di toccare radio, telefono, computer;

11) evitare i luoghi ove può formarsi una colonna d’aria calda poiché essa costituisce un buon conduttore elettrico; durante i temporali, pertanto, evitare di accendere fuochi e non sedersi vicino ai camini, anche se spenti;

12) Non fare il bagno e la doccia, e stare lontano da lavandini, tubi e acqua.

Infine, le persone colpite da fulmine non sono cariche elettricamente e dunque non si rischia nulla a prestare loro soccorso. Si ricorda che il 70-80% delle persone vittime di fulminazione sopravvive, per cui un soccorso immediato può risultare determinante per salvare loro la vita.



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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Lun Ago 16, 2010 7:24 pm

Come tutti sapete, il carbonio è un grande conduttore di elettricità, quindi quando siete a pesca e si avvicina un temporale, chiudete in gran fretta le canne e andate a ripararvi (non sotto una pianta ). Il pericolo più elevato si ha nel momento in cui teniamo la canna alta, rivolta con la punta verso il cielo. Il fulmine tende a scaricare sulle superfici appuntite, vedi il parafulmine e gli alberi, quindi un altro buon consiglio è quello di chiudere l'attrezzatura tenendola il più possibile parallela al terreno. Se proprio non fate in tempo, appoggiate la canna su un supporto e correte in auto, chiudete i finestrini e non toccate le parti metalliche. Nel caso non ci sia l'auto, cercate di rispettare le seguenti regole:

- evitare di stare in luoghi aperti e cercare di non essere l’unico soggetto verticale in un ampio spazio vuoto, se proprio non esistono ripari cercate di stare accovacciati;
- tenersi il più possibile lontani da alberi isolati, tralicci e oggetti o strutture puntute, specie se metalliche (es. macchinari in generale, antenne e ombrelloni);
- non sostare sotto tettoie o balconi;
- non entrare in contatto con specchi d’acqua (laghi o fiumi), ed evitare di stare vicino a dove può scorrere l’acqua;
- i capelli che si sollevano, crepitii, fiammelle azzurre (fuochi di S. Elmo) sui comignioli e sugli angoli dei tetti: sono segnali che un fulmine potrebbe scaricarsi a breve su quella zona.

Se vi trovate a pesca in un torrente di montagna, oltre ai consigli sopra elencati, cercate di rispettare le seguenti regole:

- informarsi sempre presso gli uffici guide in merito alle condizioni degli itinerari ed alle previsioni meteo, se non lo si è già fatto da casa;
- se si notano delle nubi a sviluppo verticale già al mattino, allora è probabile che nel corso della giornata si sviluppino dei temporali; più elevate sono la foschia e la sensazione di afa nelle valli, più tale probabilità aumenta ulteriormente;
- per prevedere lo spostamento di temporali già in atto, osservare verso quale direzione punta la parte più alta del cumulonembo (incudine);
- di notte il bagliore dei fulmini si può scorgere a decine di chilometri di distanza, mentre se si sente il tuono il temporale si trova a pochi chilometri da noi: un ritardo di circa 10 secondi fra il lampo e il tuono significa che siamo distanti circa 3 chilometri dal temporale;
- ricordarsi che la vita media di un temporale è di circa 1 h, e che la fase più intensa difficilmente supera la mezz’ora: di conseguenza, cercare un riparo alle prime avvisaglie di temporale (per esempio all’interno delle grotte, non all’imbocco) ed attendere che i fenomeni si attenuino;
- in ogni caso, allontanarsi rapidamente dalle cime e dalle creste; fare attenzione alle corde e ai cavi delle vie ferrate, specie se bagnati; non rimanere sotto rocce o alberi isolati; nei boschi stare lontani dai tronchi degli alberi più alti e dai rami bassi;
- evitare i canaloni, i colatoi ed i camini rocciosi: seguendo l’umidità e le correnti d’aria, il fulmine si insinua in questi varchi;
- non dare la mano ai compagni di escursione e stare distanziati una decina di metri;
- non stare nelle vicinanze dei torrenti: si ingrossano rapidamente e possono diventare pericolosi, soprattutto per chi fa “torrentismo” o pesca;
- non accendere fuochi: il calore svolge una forte funzione catalizzatrice;
- isolarsi al massimo dal terreno con qualsiasi materiale isolante a disposizione: zaino, sacco a pelo, corda (se asciutti); liberarsi da qualsiasi oggetto metallico ponendolo ad una certa distanza;
- un fulmine può essere pericoloso non solo se ci colpisce direttamente, ma anche a causa della cosiddetta “corrente di passo”: la corrente del fulmine rimane sulla superficie del terreno e diminuisce di intensità allontanandosi dal punto di caduta, di conseguenza è importante toccare il terreno in un solo punto, ad esempio saltellando o stando accucciati coi piedi uniti (la differenza di potenziale tra il suolo sotto un piede e l’altro può essere pericolosa); evitare di sdraiarsi o di appoggiarsi alla roccia;
- la corrente sviluppata anche da un fulmine molto piccolo può essere sufficiente a provocare arresto respiratorio o cardiaco, bruciature della pelle e contrazioni involontarie dei muscoli che possono indurre dei bruschi movimenti incontrollati o addirittura provocare delle fratture alle ossa. I fulmini di potenza elevata generalmente provocano la morte. Le persone colpite da fulmine non sono cariche elettricamente e dunque non si rischia nulla a prestare loro soccorso. L’80% delle persone vittime di fulminazione sopravvive: respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco possono salvare la vita!

Occhio ragazzi, la pesca è una gran bella cosa, la vita è una sola
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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Lun Ago 16, 2010 7:31 pm

Pescatore muore folgorato da un cavo dell'alta tensione

Stava pescando sulle rive dell'Aniene, a Vicovaro Mandela, in provincia di Roma, con una canna in carbonio lunga sette metri. Ha sfiorato un palo dell'alta tensione ed è morto di fronte agli occhi degli amici
di Emilio Orlando

VICOVARO MANDELA - Tragedia, ieri pomeriggio lungo le sponde del fiume Aniene durante l'apertura della pesca alla trota. Un pescatore, Roberto Biddau, è morto folgorato per avere toccato con la punta di una lunga canna da pesca in carbonio un cavo dell'alta tensione. E' avvenuto nel tratto di fiume compreso nel comune di Vicovaro.

La vittima un uomo di 37 anni originario di Castel Madama, gestiva una falegnameria. Sul posto dell'incidente sono intervenuti vigili del fuoco ed i carabinieri. Secondo la riscotruzione effettuata dagli investigatori sembra che la canna da pesca, lunga più di 7 metri, sia rimasta impigliata in un cavo dell'alta tensione di 380 volts. La morte del poveretto è avvenuta sotto gli occhi di altri pescatori.
(01 marzo 2010)
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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Lun Ago 16, 2010 7:36 pm

ANIENE, PESCATORE MUORE FULMINATO DA UN CAVO DELL’ALTA TENSIONE
1 marzo 2010 by [QoL]
Sei nella categoria: Cronaca, News
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ROMA – Ieri pomeriggio un pescatore, Roberto Biddau, è morto folgorato per avere toccato un cavo dell’alta tensione con la punta di una lunga canna da pesca in carbonio. La tragedia è avvenuta durante l’apertura della pesca alla trota lungo le sponde del fiume Aniene, nel tratto compreso nel Comune di Vicovaro Mandela.

L’uomo, 37 anni, era originario di Castel Madama e gestiva una falegnameria. I vigili del fuoco e i carabinieri sono intervenuti sul posto dell’incidente; secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la canna da pesca, lunga più di 7 metri, sarebbe rimasta impigliata in un cavo dell’alta tensione di 380 volts, provocando la tragedia avvenuta sotto gli occhi di altri pescatori. (QOL)
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