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I PROVERBI DEL MARE

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Mer Ago 18, 2010 10:52 am

Popolo marinaro, popolo libero.
Che racchiude tanta saggezza ed insieme tanti auspici: la libert� di navigazione e dei commerci, il mare inteso come collegamento tra popoli e nazioni in nome di una pacifica e costruttiva convivenza,tutto questo pu� conseguire una maggiore possibilit� di successo a un popolo che vive e opera sul mare, un popolo marinaro, cio�.

Ce n�� anche qualcuno di carattere intimistico che pure per� ha significati universali:

Chi non sa pregare vada in mare a navigare.
Che i Veneti hanno trasposto in

Chi non va per mar Dio non sa pregar.
A Sorrento si dice:

Chi vo� �mpar� a pri� se resse a navec�.
poi la variante:

Meglio chiamar gli osti in terra che i santi in mare.
Che cosa vogliono significare in sostanza questi proverbi? Vien da chiedersi, infatti, che si ritiene sia necessario trovarsi in qualche difficolt�, navigando, per mettersi in comunicazione con Dio, pregandolo di risparmiarci la vita in pericolo. Tutto ci� � riduttivo giacch� la preghiera � una costante per il credente. Evidentemente il rivolgersi a Dio in caso di pericolo diventa "naturale", spontaneo anche per chi non lo fa in condizioni normali.

Sul mare in generale si possono citare questi, tra i tanti:

Chi � padrone del mare, � padrone della terra
il che vuol dire che dal momento che � pi� difficile governare un mezzo navale, piccolo o grande che sia, che muoversi in terra, se si � capaci di andar per mare, a maggiore ragione si sapr� farlo tenendo i piedi per terra.

Chi scapita in mare, scapita in terra
che � una esplicitazione del precedente. E andando oltre:

Il mondo � come il mare: e vi s�affoga chi non sa nuotare

laddove "nuotare nel mondo" postula il sapersi destreggiare tra difficolt� di ogni genere.

Chi teme acqua e vento, non si metta in mare

giacch� si tratta di due elementi pericolosi per chi non li conosce bene.

I veneti dicono:

El mar xe �l facchin de la tera

perch� porta il peso maggiore per quanto riguarda i rifornimenti, gli scambi di merci, il trasporto di materie prime.

Nel Napoletano:

Chi va pe� chisti mari, chisti pisci piglia

In senso lato: si raccoglie ci� che si semina.

Per mare non ci sono taverne

che in dialetto sorrentino diventa

Pe� mmare nu� nce stanne taverne ricette (disse) Pulcenella

e quindi � difficile rifugiarvisi in caso di necessit�.

A Sorrento si usa anche questo che ha davvero valore universale:

�0 marenaro cagna �o cielo ma �o core maje.

Cio� il marinaio � capace di affrontare le avversit� atmosferiche fin quasi a trasformarle in eventi positivi, ma poich� ha un gran cuore, non c�� nulla che possa alterarlo.

Spulciando tra i proverbi che hanno attinenza con la navigazione, si trova:

Chi non ha navigato non sa che sia male.

Nave senza timon va presto al fondo.

Non giudicar la nave stando a terra.

Vecchia nave, ricchezza del padrone.

In nave persa, tutti son piloti

perch� stando a terra, quando una nave � affondata, tutti son capaci di emettere giudizi su cosa � stata fatta e non si doveva.

Nave genovese, mercante fiorentino

Che a Sorrento diventa

Marenaro surrentino e mercante sciurentino.

In dialetto veneto:

Bastimento non sta senza saorda
(cio� zavorra)

Nel Napoletano:

Varca senza temmone un� po� tenere derezione.

E altri:

Ogni nave fa acqua

Accerta il corso e poi spiega le vele

con la variante:

Ognun sa navigar quando � buon vento

che a Sorrento diventa:

C� �o viento �mpoppa ogneduno � mastro.

Vento in poppa, mezzo porto

Vento in poppa, vele al largo

Secondo il vento, la vela

Bisogna navigar secondo il vento

che viene dal latino: Dum licet et spirant flamina, navis eat (Ovidio).

Chi ha da navigar guardi il tempo

che si trovava gi� in Pier delle Vigne, cos�:

Com�uom ch�� in mare ed ha speme di gire

quando vede lo tempo ed ello, spanna

cio� spiega le vele.

Si pu� concludere questa parte, tornando a Sorrento:

�Ncagli� rint�a rena cosa bbona nun �, ma rint�e� scuoglie pev��.

che suona come un monito a chi governa un natante: finire su un bagnasciuga arenoso non e certo degno di un navigante, ma addirittura andare a cozzare contro gli scogli � proprio disonorevole.

Proverbi specifici riguardanti i marinai:

L�arte del marinaio, morire in mare;
l�arte del mercante, fallire.

Il buon marinaio si conosce al mal tempo

Si �o mare s�arraggia forte,
arretirate �a casa toja e chiur�a porta.

Giuramenti d�amore, giuramenti da marinaio

che in dialetto veneto � ancora pi� esplicito:

L�amor del marinaro no dura un�ora
per tutto do� ch�el va, lu s�inamora;
e se l�amor del marinar durasse
no ghe sarave amor che ghe impatasse.

A Sorrento si usa dire:

�0 marenaro: �na femmene �nogne puorto.

Questi altri sono pure sorrentini:

Nun appena �a tempesta e passata
�o marenaro �a prumessa s�e gia scurdato

Santo priato, priculo passato,
priculo passato, santo scurdato.

Tanti sono anche i proverbi marinari che hanno attinenza con la pesca, a cominciare da

Chi dorme non piglia pesci

e, continuando con questa breve serie, si trova:

Invan si pesca, se l�uomo non ha l�esca.

Chi non ha sorte non vada a pescare.

Per la gola si pigliano i pesci.

Il beccaio non ama il pescatore.

Chi pesce vuol mangiare
le brache s�ha a bagnare.

ma a Sorrento sono ancora piu espliciti:

Chi pisce vo� piglia, �o culo a mmare s�ha d�abbagna.

Non si vende il pesce ch�e ancor in mare

che tradotto in sorrentino diventa: Nun se venne �o pesce primme �e pescarlo


In acqua senza pesci non gettar rete

Chi pesca in fretta, spesso piglia dei granchi

I pesci grossi stanno al fondo.

A pesce spada non far bere il caff�.
perch� sarebbe come far del bene a un ingrato.

Questo � di carattere moraleggiante:

Fa il bene e buttalo a mare: se non te lo riporta la gente, te lo riporta il pesce.

E ancora:

Un occhio al pesce e un altro alla gatta

L�ospite e il pesce in tre giorni puzza

che viene dal latino: Post tres saepe dies piscis vilescit et hospes.

Meglio esser testa di luccio (o d�anguilla)
che coda di storione

che in Istria diventa: Megio paron de ca�cio che mozzo di vassel

a Sorrento: E� meglio cap�e sarda ca cora �e cefaro

oppure: meglio patrone �e vuzzo, ca �e bastemiento muzzo.

A lor volta, i genovesi dicono: Megio padron di gotazza che garzon di nave.

Anche questo viene da molto lontano, Giulio Cesare infatti diceva: Malo in oppidulo esse primus, quam in civitate secundus.

Per finire:

Chi lavora mangia un�acciuga, chi non lavora, due.

Immancabile, da Sorrento arriva questo:

Chi fatica mangia �na sarda e chi no ne mangia roje.

Ci sono anche i proverbi legati alla meteorologia, come questi:

Del mar le pecorelle
annunzian le procelle

oppure:

Cielo a pecorelle acqua a catinelle

A Sorrento si dice:

Cielo a pecurelle acqua a carrafelle.

Aggiungendo che:

Acqua ca chiove a mmare
subbeto scumpare.

Ancora meteorologia:

Quando le nubi ascendono dal mare
non uscir di porto.

Levante chiaro e tramontana scura, b�ttati in mare e non aver paura.

Nuvola vagante, acqua non porta.

Arco di sera, buon tempo spera
Arco in mare, buon tempo vuol fare

La bonaccia tempesta minaccia

L�eco sorrentina aggiunge:

�Ntiempo �e tempesta, ogne pertuse � puorto

Viento frisco, mare crispo

Maistrale �a sera, scerocco �a matina

Se l�iride si vede la mattina badate che il mal tempo s�avvicina

Il pesce guizza a fior d�acqua: pioggia imminente.

Montagna chiara e marina scura, sciogli le vele e non aver paura.

Di Sorrento:

Luna allerta, marenaro �a cuccato.

Arba rusata � vela abbagnata

Russo a punente, tiempo tenente

Infine, ci sono le similitudini, come queste:

Donna iraconda mar senza sponda

Donna in collera mare in burrasca

Andare innanzi come i gamberi

E� come l�ancora che sta sempre in mare e non impara mai a nuotare.

Sta come pesce nell�acqua

E� come un pesce fuor d�acqua

E� pi� sano d�un pesce

Far l�occhio di triglia

Rosso come un gambero cotto

Stipati come sardelle

Muto come un pesce.
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