I PROVERBI DEL MARE
REGGIO CALABRIA PESCA :: LA NOSTRA ENCICLOPEDIA_-_CATTURE DA RECORD E ALTRO PER SAPERNE DI PIU' a cura di:
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I PROVERBI DEL MARE
Popolo marinaro, popolo libero.
Che racchiude tanta saggezza ed insieme tanti auspici: la libert� di navigazione e dei commerci, il mare inteso come collegamento tra popoli e nazioni in nome di una pacifica e costruttiva convivenza,tutto questo pu� conseguire una maggiore possibilit� di successo a un popolo che vive e opera sul mare, un popolo marinaro, cio�.
Ce n�� anche qualcuno di carattere intimistico che pure per� ha significati universali:
Chi non sa pregare vada in mare a navigare.
Che i Veneti hanno trasposto in
Chi non va per mar Dio non sa pregar.
A Sorrento si dice:
Chi vo� �mpar� a pri� se resse a navec�.
poi la variante:
Meglio chiamar gli osti in terra che i santi in mare.
Che cosa vogliono significare in sostanza questi proverbi? Vien da chiedersi, infatti, che si ritiene sia necessario trovarsi in qualche difficolt�, navigando, per mettersi in comunicazione con Dio, pregandolo di risparmiarci la vita in pericolo. Tutto ci� � riduttivo giacch� la preghiera � una costante per il credente. Evidentemente il rivolgersi a Dio in caso di pericolo diventa "naturale", spontaneo anche per chi non lo fa in condizioni normali.
Sul mare in generale si possono citare questi, tra i tanti:
Chi � padrone del mare, � padrone della terra
il che vuol dire che dal momento che � pi� difficile governare un mezzo navale, piccolo o grande che sia, che muoversi in terra, se si � capaci di andar per mare, a maggiore ragione si sapr� farlo tenendo i piedi per terra.
Chi scapita in mare, scapita in terra
che � una esplicitazione del precedente. E andando oltre:
Il mondo � come il mare: e vi s�affoga chi non sa nuotare
laddove "nuotare nel mondo" postula il sapersi destreggiare tra difficolt� di ogni genere.
Chi teme acqua e vento, non si metta in mare
giacch� si tratta di due elementi pericolosi per chi non li conosce bene.
I veneti dicono:
El mar xe �l facchin de la tera
perch� porta il peso maggiore per quanto riguarda i rifornimenti, gli scambi di merci, il trasporto di materie prime.
Nel Napoletano:
Chi va pe� chisti mari, chisti pisci piglia
In senso lato: si raccoglie ci� che si semina.
Per mare non ci sono taverne
che in dialetto sorrentino diventa
Pe� mmare nu� nce stanne taverne ricette (disse) Pulcenella
e quindi � difficile rifugiarvisi in caso di necessit�.
A Sorrento si usa anche questo che ha davvero valore universale:
�0 marenaro cagna �o cielo ma �o core maje.
Cio� il marinaio � capace di affrontare le avversit� atmosferiche fin quasi a trasformarle in eventi positivi, ma poich� ha un gran cuore, non c�� nulla che possa alterarlo.
Spulciando tra i proverbi che hanno attinenza con la navigazione, si trova:
Chi non ha navigato non sa che sia male.
Nave senza timon va presto al fondo.
Non giudicar la nave stando a terra.
Vecchia nave, ricchezza del padrone.
In nave persa, tutti son piloti
perch� stando a terra, quando una nave � affondata, tutti son capaci di emettere giudizi su cosa � stata fatta e non si doveva.
Nave genovese, mercante fiorentino
Che a Sorrento diventa
Marenaro surrentino e mercante sciurentino.
In dialetto veneto:
Bastimento non sta senza saorda
(cio� zavorra)
Nel Napoletano:
Varca senza temmone un� po� tenere derezione.
E altri:
Ogni nave fa acqua
Accerta il corso e poi spiega le vele
con la variante:
Ognun sa navigar quando � buon vento
che a Sorrento diventa:
C� �o viento �mpoppa ogneduno � mastro.
Vento in poppa, mezzo porto
Vento in poppa, vele al largo
Secondo il vento, la vela
Bisogna navigar secondo il vento
che viene dal latino: Dum licet et spirant flamina, navis eat (Ovidio).
Chi ha da navigar guardi il tempo
che si trovava gi� in Pier delle Vigne, cos�:
Com�uom ch�� in mare ed ha speme di gire
quando vede lo tempo ed ello, spanna
cio� spiega le vele.
Si pu� concludere questa parte, tornando a Sorrento:
�Ncagli� rint�a rena cosa bbona nun �, ma rint�e� scuoglie pev��.
che suona come un monito a chi governa un natante: finire su un bagnasciuga arenoso non e certo degno di un navigante, ma addirittura andare a cozzare contro gli scogli � proprio disonorevole.
Proverbi specifici riguardanti i marinai:
L�arte del marinaio, morire in mare;
l�arte del mercante, fallire.
Il buon marinaio si conosce al mal tempo
Si �o mare s�arraggia forte,
arretirate �a casa toja e chiur�a porta.
Giuramenti d�amore, giuramenti da marinaio
che in dialetto veneto � ancora pi� esplicito:
L�amor del marinaro no dura un�ora
per tutto do� ch�el va, lu s�inamora;
e se l�amor del marinar durasse
no ghe sarave amor che ghe impatasse.
A Sorrento si usa dire:
�0 marenaro: �na femmene �nogne puorto.
Questi altri sono pure sorrentini:
Nun appena �a tempesta e passata
�o marenaro �a prumessa s�e gia scurdato
Santo priato, priculo passato,
priculo passato, santo scurdato.
Tanti sono anche i proverbi marinari che hanno attinenza con la pesca, a cominciare da
Chi dorme non piglia pesci
e, continuando con questa breve serie, si trova:
Invan si pesca, se l�uomo non ha l�esca.
Chi non ha sorte non vada a pescare.
Per la gola si pigliano i pesci.
Il beccaio non ama il pescatore.
Chi pesce vuol mangiare
le brache s�ha a bagnare.
ma a Sorrento sono ancora piu espliciti:
Chi pisce vo� piglia, �o culo a mmare s�ha d�abbagna.
Non si vende il pesce ch�e ancor in mare
che tradotto in sorrentino diventa: Nun se venne �o pesce primme �e pescarlo
In acqua senza pesci non gettar rete
Chi pesca in fretta, spesso piglia dei granchi
I pesci grossi stanno al fondo.
A pesce spada non far bere il caff�.
perch� sarebbe come far del bene a un ingrato.
Questo � di carattere moraleggiante:
Fa il bene e buttalo a mare: se non te lo riporta la gente, te lo riporta il pesce.
E ancora:
Un occhio al pesce e un altro alla gatta
L�ospite e il pesce in tre giorni puzza
che viene dal latino: Post tres saepe dies piscis vilescit et hospes.
Meglio esser testa di luccio (o d�anguilla)
che coda di storione
che in Istria diventa: Megio paron de ca�cio che mozzo di vassel
a Sorrento: E� meglio cap�e sarda ca cora �e cefaro
oppure: meglio patrone �e vuzzo, ca �e bastemiento muzzo.
A lor volta, i genovesi dicono: Megio padron di gotazza che garzon di nave.
Anche questo viene da molto lontano, Giulio Cesare infatti diceva: Malo in oppidulo esse primus, quam in civitate secundus.
Per finire:
Chi lavora mangia un�acciuga, chi non lavora, due.
Immancabile, da Sorrento arriva questo:
Chi fatica mangia �na sarda e chi no ne mangia roje.
Ci sono anche i proverbi legati alla meteorologia, come questi:
Del mar le pecorelle
annunzian le procelle
oppure:
Cielo a pecorelle acqua a catinelle
A Sorrento si dice:
Cielo a pecurelle acqua a carrafelle.
Aggiungendo che:
Acqua ca chiove a mmare
subbeto scumpare.
Ancora meteorologia:
Quando le nubi ascendono dal mare
non uscir di porto.
Levante chiaro e tramontana scura, b�ttati in mare e non aver paura.
Nuvola vagante, acqua non porta.
Arco di sera, buon tempo spera
Arco in mare, buon tempo vuol fare
La bonaccia tempesta minaccia
L�eco sorrentina aggiunge:
�Ntiempo �e tempesta, ogne pertuse � puorto
Viento frisco, mare crispo
Maistrale �a sera, scerocco �a matina
Se l�iride si vede la mattina badate che il mal tempo s�avvicina
Il pesce guizza a fior d�acqua: pioggia imminente.
Montagna chiara e marina scura, sciogli le vele e non aver paura.
Di Sorrento:
Luna allerta, marenaro �a cuccato.
Arba rusata � vela abbagnata
Russo a punente, tiempo tenente
Infine, ci sono le similitudini, come queste:
Donna iraconda mar senza sponda
Donna in collera mare in burrasca
Andare innanzi come i gamberi
E� come l�ancora che sta sempre in mare e non impara mai a nuotare.
Sta come pesce nell�acqua
E� come un pesce fuor d�acqua
E� pi� sano d�un pesce
Far l�occhio di triglia
Rosso come un gambero cotto
Stipati come sardelle
Muto come un pesce.
Che racchiude tanta saggezza ed insieme tanti auspici: la libert� di navigazione e dei commerci, il mare inteso come collegamento tra popoli e nazioni in nome di una pacifica e costruttiva convivenza,tutto questo pu� conseguire una maggiore possibilit� di successo a un popolo che vive e opera sul mare, un popolo marinaro, cio�.
Ce n�� anche qualcuno di carattere intimistico che pure per� ha significati universali:
Chi non sa pregare vada in mare a navigare.
Che i Veneti hanno trasposto in
Chi non va per mar Dio non sa pregar.
A Sorrento si dice:
Chi vo� �mpar� a pri� se resse a navec�.
poi la variante:
Meglio chiamar gli osti in terra che i santi in mare.
Che cosa vogliono significare in sostanza questi proverbi? Vien da chiedersi, infatti, che si ritiene sia necessario trovarsi in qualche difficolt�, navigando, per mettersi in comunicazione con Dio, pregandolo di risparmiarci la vita in pericolo. Tutto ci� � riduttivo giacch� la preghiera � una costante per il credente. Evidentemente il rivolgersi a Dio in caso di pericolo diventa "naturale", spontaneo anche per chi non lo fa in condizioni normali.
Sul mare in generale si possono citare questi, tra i tanti:
Chi � padrone del mare, � padrone della terra
il che vuol dire che dal momento che � pi� difficile governare un mezzo navale, piccolo o grande che sia, che muoversi in terra, se si � capaci di andar per mare, a maggiore ragione si sapr� farlo tenendo i piedi per terra.
Chi scapita in mare, scapita in terra
che � una esplicitazione del precedente. E andando oltre:
Il mondo � come il mare: e vi s�affoga chi non sa nuotare
laddove "nuotare nel mondo" postula il sapersi destreggiare tra difficolt� di ogni genere.
Chi teme acqua e vento, non si metta in mare
giacch� si tratta di due elementi pericolosi per chi non li conosce bene.
I veneti dicono:
El mar xe �l facchin de la tera
perch� porta il peso maggiore per quanto riguarda i rifornimenti, gli scambi di merci, il trasporto di materie prime.
Nel Napoletano:
Chi va pe� chisti mari, chisti pisci piglia
In senso lato: si raccoglie ci� che si semina.
Per mare non ci sono taverne
che in dialetto sorrentino diventa
Pe� mmare nu� nce stanne taverne ricette (disse) Pulcenella
e quindi � difficile rifugiarvisi in caso di necessit�.
A Sorrento si usa anche questo che ha davvero valore universale:
�0 marenaro cagna �o cielo ma �o core maje.
Cio� il marinaio � capace di affrontare le avversit� atmosferiche fin quasi a trasformarle in eventi positivi, ma poich� ha un gran cuore, non c�� nulla che possa alterarlo.
Spulciando tra i proverbi che hanno attinenza con la navigazione, si trova:
Chi non ha navigato non sa che sia male.
Nave senza timon va presto al fondo.
Non giudicar la nave stando a terra.
Vecchia nave, ricchezza del padrone.
In nave persa, tutti son piloti
perch� stando a terra, quando una nave � affondata, tutti son capaci di emettere giudizi su cosa � stata fatta e non si doveva.
Nave genovese, mercante fiorentino
Che a Sorrento diventa
Marenaro surrentino e mercante sciurentino.
In dialetto veneto:
Bastimento non sta senza saorda
(cio� zavorra)
Nel Napoletano:
Varca senza temmone un� po� tenere derezione.
E altri:
Ogni nave fa acqua
Accerta il corso e poi spiega le vele
con la variante:
Ognun sa navigar quando � buon vento
che a Sorrento diventa:
C� �o viento �mpoppa ogneduno � mastro.
Vento in poppa, mezzo porto
Vento in poppa, vele al largo
Secondo il vento, la vela
Bisogna navigar secondo il vento
che viene dal latino: Dum licet et spirant flamina, navis eat (Ovidio).
Chi ha da navigar guardi il tempo
che si trovava gi� in Pier delle Vigne, cos�:
Com�uom ch�� in mare ed ha speme di gire
quando vede lo tempo ed ello, spanna
cio� spiega le vele.
Si pu� concludere questa parte, tornando a Sorrento:
�Ncagli� rint�a rena cosa bbona nun �, ma rint�e� scuoglie pev��.
che suona come un monito a chi governa un natante: finire su un bagnasciuga arenoso non e certo degno di un navigante, ma addirittura andare a cozzare contro gli scogli � proprio disonorevole.
Proverbi specifici riguardanti i marinai:
L�arte del marinaio, morire in mare;
l�arte del mercante, fallire.
Il buon marinaio si conosce al mal tempo
Si �o mare s�arraggia forte,
arretirate �a casa toja e chiur�a porta.
Giuramenti d�amore, giuramenti da marinaio
che in dialetto veneto � ancora pi� esplicito:
L�amor del marinaro no dura un�ora
per tutto do� ch�el va, lu s�inamora;
e se l�amor del marinar durasse
no ghe sarave amor che ghe impatasse.
A Sorrento si usa dire:
�0 marenaro: �na femmene �nogne puorto.
Questi altri sono pure sorrentini:
Nun appena �a tempesta e passata
�o marenaro �a prumessa s�e gia scurdato
Santo priato, priculo passato,
priculo passato, santo scurdato.
Tanti sono anche i proverbi marinari che hanno attinenza con la pesca, a cominciare da
Chi dorme non piglia pesci
e, continuando con questa breve serie, si trova:
Invan si pesca, se l�uomo non ha l�esca.
Chi non ha sorte non vada a pescare.
Per la gola si pigliano i pesci.
Il beccaio non ama il pescatore.
Chi pesce vuol mangiare
le brache s�ha a bagnare.
ma a Sorrento sono ancora piu espliciti:
Chi pisce vo� piglia, �o culo a mmare s�ha d�abbagna.
Non si vende il pesce ch�e ancor in mare
che tradotto in sorrentino diventa: Nun se venne �o pesce primme �e pescarlo
In acqua senza pesci non gettar rete
Chi pesca in fretta, spesso piglia dei granchi
I pesci grossi stanno al fondo.
A pesce spada non far bere il caff�.
perch� sarebbe come far del bene a un ingrato.
Questo � di carattere moraleggiante:
Fa il bene e buttalo a mare: se non te lo riporta la gente, te lo riporta il pesce.
E ancora:
Un occhio al pesce e un altro alla gatta
L�ospite e il pesce in tre giorni puzza
che viene dal latino: Post tres saepe dies piscis vilescit et hospes.
Meglio esser testa di luccio (o d�anguilla)
che coda di storione
che in Istria diventa: Megio paron de ca�cio che mozzo di vassel
a Sorrento: E� meglio cap�e sarda ca cora �e cefaro
oppure: meglio patrone �e vuzzo, ca �e bastemiento muzzo.
A lor volta, i genovesi dicono: Megio padron di gotazza che garzon di nave.
Anche questo viene da molto lontano, Giulio Cesare infatti diceva: Malo in oppidulo esse primus, quam in civitate secundus.
Per finire:
Chi lavora mangia un�acciuga, chi non lavora, due.
Immancabile, da Sorrento arriva questo:
Chi fatica mangia �na sarda e chi no ne mangia roje.
Ci sono anche i proverbi legati alla meteorologia, come questi:
Del mar le pecorelle
annunzian le procelle
oppure:
Cielo a pecorelle acqua a catinelle
A Sorrento si dice:
Cielo a pecurelle acqua a carrafelle.
Aggiungendo che:
Acqua ca chiove a mmare
subbeto scumpare.
Ancora meteorologia:
Quando le nubi ascendono dal mare
non uscir di porto.
Levante chiaro e tramontana scura, b�ttati in mare e non aver paura.
Nuvola vagante, acqua non porta.
Arco di sera, buon tempo spera
Arco in mare, buon tempo vuol fare
La bonaccia tempesta minaccia
L�eco sorrentina aggiunge:
�Ntiempo �e tempesta, ogne pertuse � puorto
Viento frisco, mare crispo
Maistrale �a sera, scerocco �a matina
Se l�iride si vede la mattina badate che il mal tempo s�avvicina
Il pesce guizza a fior d�acqua: pioggia imminente.
Montagna chiara e marina scura, sciogli le vele e non aver paura.
Di Sorrento:
Luna allerta, marenaro �a cuccato.
Arba rusata � vela abbagnata
Russo a punente, tiempo tenente
Infine, ci sono le similitudini, come queste:
Donna iraconda mar senza sponda
Donna in collera mare in burrasca
Andare innanzi come i gamberi
E� come l�ancora che sta sempre in mare e non impara mai a nuotare.
Sta come pesce nell�acqua
E� come un pesce fuor d�acqua
E� pi� sano d�un pesce
Far l�occhio di triglia
Rosso come un gambero cotto
Stipati come sardelle
Muto come un pesce.
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