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Messaggio  ondulandes Sab Ott 09, 2010 7:46 am

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La tecnica di lancio moderna nelle sue nozioni di base e nelle sue componenti, non solo per i neofiti, ma anche per chi, già esperto vuole migliorare i dettagli della propria tecnica per diventare un lanciatore migliore
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Messaggio  ondulandes Sab Ott 09, 2010 7:57 am

ABC del Lancio - Errori piu comuni
Gli errori che si commettono lanciando la coda di topo, sono la conseguenza di una serie di fattori negativi come l'errata impostazione e la poca conoscenza della tecnica di lancio.
Se la nostra mosca non va dove vogliamo noi, probabilmente i motivi di questo risultato negativo andranno ricercati in una cattiva impostazione del lancio.

In generale, in relazione a quest'ultimo, possiamo dividere i pescatori a mosca in due parti ben distinte, una che abbraccia coloro che hanno appreso i primi rudimenti della tecnica fin dall'inizio con un'istruttore e l'altra i cui rappresentanti pensarono che in fin dei conti da autodidatti avrebbero ottenuto gli stessi risultati. L'ottimismo di quest'ultimi non è affatto giustificato in quanto, essendo il lancio una vera e propria tecnica basata su concetti fisici ben precisi, ha bisogno per essere appreso, di qualcuno in grado di insegnarlo e che ne conosca quindi i cardini su cui ruota. Chi ha avuto l'infelice idea di sbrigarsela da solo avrà memorizzato un serie di movimenti errati che gli creano, in pesca, enormi problemi. Ma per costoro il peggio ancora deve venire allorché decisi di affidarsi ad un'istruttore per liberarsi dei numerosi difetti, si rendono conto che questi ultimi accumulati in anni di lancio sono veramente duri a "morire". Chi invece si è affidato da subito ad un'istruttore avrà sicuramente, al di là delle proprie abilità, una strada più agevole da percorrere. Ma non basta. In generale i corsi cosiddetti di "base", sono finalizzati per lo più a far apprendere agli allievi i primi rudimenti di questa tecnica, e l'errore più grosso che i più commettono è quello di sentirsi "arrivati" che equivale ad una mezza sconfitta poiché sarà il test del fiume a far capire loro che dovranno, se interessati, approfondire la tecnica in funzione di un'affinamento della stessa, ma anche per liberarsi di tutta una serie di operazioni non corrette che inevitabilmente, anche se hanno frequentato un corso, ancora compiono. In questo articolo vorrei cercare di far capire nella teoria come si possano eliminare questi possibili sbagli che stanno poi alla base della non corretta riuscita del lancio. Di solito gli errori più comuni che si commettono nel lancio base, quello cosiddetto verticale, derivano da piccoli e poco apparenti ma importantissimi dettagli che a prima vista non vengono nemmeno notati ma che all'atto pratico sono di enorme importanza. Questi se sommati ad un impostazione di base non corretta, ovvero a quel minimo di stile che tutti noi dovremmo avere, vanno a generare dei risultati catastrofici. Per poter lanciare decentemente direi che bisogna assolutamente correggere quattro tipi diversi di errori che si possono sintetizzare in: Piegamento del polso nel lancio indietro. Coda che viaggia su di un asse diverso da quello disegnato dal vettino della canna. Spinte non corrette. Uso errato della sinistra. Se commessi tutti quanti insieme questi quattro errori sicuramente impediranno al pescatore qualsiasi tipo di lancio che si possa definire "decente". Fortunatamente la maggior parte di coloro che hanno deciso di migliorare la tecnica ne possiedono solo alcuni. Partendo dal primo, (piegamento indietro del polso), diciamo che spesso è un'eredità delle precedenti tecniche. All'inizio tutti hanno l'impressione che nel lancio indietro piegando il polso si riesca ad imprimere alla canna più spinta. Ma questo inconveniente non farà altro che farci cadere la coda all'indietro sull'acqua con tutte le problematiche che nascono nel rilanciarla in avanti. Prima fra tutte la formazione di un Loop molto ampio a causa di un forzato riallineamento della coda con la vetta della canna ed una conseguente rotazione in avanti di tutta l'attrezzatura. Quindi nella spinta all'indietro, quando la canna sta all'altezza della testa e in posizione verticale, anziché imprimere la forza verso il basso e quindi alle nostre spalle (fig.1), dovremo sforzarci di spingere verso l'alto. Solo dopo aver data la spinta potremo flettere (non piegare) il polso ed assecondare per un po' la coda. Sarà la flessibilità della canna a fare il resto, avendo come risultato una coda che viaggerà veloce verso l'alto alle nostre spalle. Comunque questo primo errore verrà facilmente eliminato con un po' di allenamento. Il secondo inconveniente, (coda disassata rispetto al vettino della canna), (fig,2) è sicuramente più difficile da togliere. Diciamo subito che l'inconveniente ci darà come risultato una coda che perderà tensione e di conseguenza velocità specialmente lanciando code leggere, poiché soggetta ad un effetto detto "ventaglio". La causa di questo errore sta nella spinta all'indietro o in avanti data "aprendo" o "chiudendo", cioè con la canna che esce o rientra rispetto ad un ipotetico asse, agendo quindi su traiettorie diverse. In effetti la coda deve assolutamente seguire la stessa retta segnata dal vettino della canna e viaggiare quindi sullo stesso asse qualunque sia l'inclinazione della canna sia nel lancio in avanti che in quello indietro. Stare quindi in asse contribuisce non poco a non far perdere alla coda di topo la tensione necessaria che serve per lanciare in velocità, ma sarà la precisione quella che ne gioverà di più. Pensate, ad esempio, di aver mirato in un punto ben preciso; se la coda non sta in asse con il vettino della canna, che in questo caso funge da "mirino", farà sicuramente un tragitto diverso vanificando ogni risultato prefisso. Togliersi questo difetto è sicuramente più difficile dal momento che i riferimenti non sono molti specie nel lancio all'indietro, senza considerare che anche piccoli fuori asse che all'altezza del mulinello sono si e no percettibili, ad oltre due metri più in su, e cioè all'altezza del vettino, sono sicuramente più ampi. Per togliere questo difetto bisogna per prima cosa rendersi conto del fatto che si sta commettendo. In effetti, a meno che non sia molto eclatante, la rotazione ell'esterno del mulinello, "spia" dell'effetto negativo del fuori asse, spessissimo non viene minimamente ravvisata dal lanciatore. Per potersene quindi accorgere, o ci si fa seguire da qualcuno, che anche se non lanciatore sarà sicuramente in grado si valutare il fuori-asse, o si può fare la prova del "muro", ovvero trovare una parete possibilmente liscia e senza ostacoli, e simulare il lancio senza canna facendo toccare la punta delle dita sul muro in tutto il tragitto avanti e indietro.
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Foto 1: Piegando nel lancio indietro il polso, si avrà alle nostre spalle una caduta della coda.
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Foto 2: Spingendo verso l'alto nel lancio indietro la coda viaggerà alta e ben tesa alle nostre spalle.
Chi va in fuori-asse si accorgerà che in un determinato punto del lancio, di solito nelle spinte in avanti e indietro, le dita si discosteranno dal muro. Lì e solo lì bisognerà concentrare tutti gli sforzi. Questo è forse l'errore più subdolo, un errore che senza qualcuno che ce lo fa notare o con l'ausilio del muro, diventa veramente difficile accorgersi che si sta' commettendo. Il terzo inconveniente, (spinte non corrette o momento spinta errato vedi Pescare Artificiali 2/97) anche se inizialmente ostiche da capire, è forse di più facile soluzione. Gli errori più frequenti che si commettono in questo caso sono relativi alla non sincronizzazione dei tempi di esecuzione. In altre parole, in particolare la spinta in avanti deve essere concentrata quasi alla fine del lancio e data il più basso possibile. Questo modo di operare genererà loop molto stretti e code estremamente veloci. Qualora la spinta venga data in anticipo, cioè troppo presto o con movimenti bruschi, avremo i cosiddetti "tailing loop" o, se in questo preciso momento si ruoterà la canna, nella migliore delle ipotesi, avremo loop molto larghi (fig.3). Se si lanciano code leggere, diventa decisamente importante spingere alla fine. Per correggere questo tipo di errore, un modo potrebbe essere quello di simulare un lancio a velocità ridotta e aumentare quest'ultima solo alla fine del lancio in avanti cioè nel Momento Spinta. Un'altra cosa estremamente importante è la progressione. Infatti la spinta finale, sarà l'ultimo atto di un'accelerazione che aumenterà progressivamente fino al momento spinta, il quale farà passare in testa la coda con la relativa formazione del Loop. L'ultimo ma non per questo meno importante errore, (uso errato della sinistra) va capito da subito (Vedi pescare Artificiali 1/97). In effetti si lancia di più con la sinistra che con la destra. Quando si insegna a lanciare si indirizzano tutti gli sforzi nel far capire che la mano sinistra deve assolutamente tenere in tensione la coda di topo. In effetti questo discorso sta alla base di tuta la tecnica di lancio qualsiasi essa sia, e che se non eseguito alla perfezione genera una serie di inconvenienti quali coda floscia e difficoltà nel velocizzare. La mano sinistra dunque deve tenere la coda di topo in tensione. Se nella fase di lancio la coda sarà floscia, esaminiamo la porzione di coda che si trova tra la mano e il primo anello della canna. Di errori ne esistono altri ma questi quattro sono quelli che se capiti e quindi eliminati, permettono in un secondo momento di affinare e quindi di progredire nella tecnica di lancio.
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Foto 3: "Aprendo" con la canna si avrà un fuori-asse che compromette la buona riuscita del lancio.
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Foto 4: Un elemento di verifica "dell'apertura" della canna nel lancio è la disposizione laterale del mulinello.
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Messaggio  ondulandes Sab Ott 09, 2010 8:06 am

ABC del Lancio - Errori piu comuni 2
GLI ERRORI IN BREVE,CAUSE E RIMEDI
1°RISULTATO:Coda che nel lancio indietro tocca l'acqua.
CAUSA:Piegamento del polso nella spinta all'indietro.
RIMEDIO: Spinta verso l'alto solo quando la canna in posizione verticale si trova all'altezza del capo. Seguirà una flessione del polso.
2°RISULTATO: Coda che viaggia non in asse con il vettino della canna.
CAUSA: Apertura e/o chiusura della canna nel lancio avanti e/o indietro.
RIMEDIO: Qualunque sia l'inclinazione della canna non far compiere a questa ellissi o semicerchi. Farsi guardare o utilizzare una parete come allenamento.
3°RISULTATO:Coda che genera ampi loop o chiusura su se stessa (tailig loop).
CAUSA:Asincronia nel Momento Spinta, movimenti bruschi senza accelerazioni, rotazioni della canna nel M.S.
RIMEDIO:Concentrare le spinte all'ultimo, in progressione e senza rotazioni della canna.
4°RISULTATO: Coda floscia e senza velocità
CAUSA: Poca tensione della coda operata dalla mano sinistra.
RIMEDIO:Tendere, specialmente nelle spinte, la coda con la mano sinistra.
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Foto 5: Coda perfettamente in asse.
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Foto 6: Spinta errata, ruotando la canna si avrà un loop molto ampio
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Foto 7 : Spinta Giusta, spingendo si otterrà un loop molto stretto
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Foto 8: Errore con la sinistra. La poca tensione tra il primo anello e la mano comprometterà tutta l'operazione di lancio.
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Messaggio  ondulandes Lun Ott 11, 2010 9:55 am

Il Momento Spinta
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Il Momento Spinta, è nella fisica del lancio, tra le componenti quella più importante, che dà alla coda, energia, direzionalità e precisione e si può definire così: "il M.S. è quel preciso istante in cui la canna imprime alla coda un repentino aumento di velocità in uno spazio ben preciso, facendola passare in testa e generando la formazione del Loop".
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Al di là della tecnica usata cerchiamo di descrivere le operazioni che portano al M.S. In un lancio esistono due Momenti Spinta, rispettivamente nel lancio indietro e in avanti. Se i movimenti finalizzati a mandare avanti e indietro la coda vengono eseguiti con una velocità costante della canna, si avrebbe come risultato una coda molle, piena di pance e senza una precisa direzionalità. Al contrario i movimenti bruschi cioè senza accelerazioni creano le inevitabili "chiusure" di loop che non lasciano pescare. Quindi, il primo concetto da tenere presente, è quello che i movimenti non devono assolutamente essere bruschi e neanche avere una velocità costante. Quindi la velocità della coda deve aumentare costantemente e in maniera Progressiva. Facendo un esempio pratico potremo dire che, partendo con una velocità della canna sia in avanti che indietro uguale a zero per arrivare un attimo prima del momento spinta a 100, dovremo aumentare questa velocità progressivamente per esempio di 10 in 10, passando così da 0 a 10, 20, 30 40, ecc. fino a 100. A questo punto, bisognerà far passare in testa la coda, ovvero spedirla verso l'obbiettivo oltre il vettino della canna. In questo preciso istante, la velocità che fino ad allora era stata progressiva, dovrà repentinamente ed in uno spazio molto breve, aumentare. In questa maniera, il vettino della canna, che fin li aveva trascinato la coda, imprimerà uno scatto che formerà il Loop e quindi la farà passare in testa con una velocità sensibilmente più elevata. Questo preciso istante, è identificato con il Momento Spinta. La cosiddetta 'frustata', elemento estremamente negativo, è quando invece si va da zero a 100 quasi in una sola volta. In questa maniera si esclude automaticamente il Momento Spinta poiché tutta l'operazione avviene senza passaggi e quindi in un unica volta. C'è da aggiungere, per completare il concetto, che all'inizio del lancio il vettino della canna, essendo flessibile, ritarderà il movimento della coda nonché della mosca. Pertanto più una canna è rapida, e più questo ritardo sarà minore. La vetta della canna e la coda dunque, viaggeranno alla stessa velocità, fino a quando, operando il Momento Spinta la coda passerà in testa formando il Loop generando due porzioni di coda una inferiore ferma ed una superiore in movimento collegate tra loro dal Loop. Quella in movimento man mano che diminuirà aumenterà di velocità. Quando il Loop si aprirà si avrà la caduta della mosca poiché sarà finita l'energia cinetica in esso concentrata. Infatti se è vero che l'ampiezza del Loop è data dalla differenza di quota rispetto ad un piano orizzontale tra il punto più alto e più basso toccato dal vettino della canna nel solo Momento Spinta, si capisce subito che più questa spinta è data all'ultimo verso il basso e quindi in uno spazio molto breve, e più il Loop sarà stretto, con una conseguente altissima velocità di coda. Analizziamo ora le varie teorie ognuna delle quali possiede un concetto ed una modalità, sia dei tempi che degli spazi necessari a produrre il Momento Spinta.
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Il momento spinta nelle tecniche classiche
Il Momento Spinta nella tecnica Classica ha chiaramente la stessa importanza che ha nelle altre ma le modalità e i tempi di esecuzione sono molto diversi da quelle moderne. Infatti il lancio possiede movimenti per così dire a compartimenti stagno. In altre parole, non avendo bisogno di velocizzare la coda poiché alquanto pesante, i movimenti saranno lenti e con degli Stop ben precisi i quali per certi aspetti dovrebbero identificare il Momento Spinta anche se questo termine non è forse idoneo a questa tecnica. Infatti lo stop effettuato tenderà a farla passare in testa, la quale per inerzia e grazie al suo peso, verrà trascinata verso l'obbiettivo. In effetti la punta della canna, la coda e la mosca, hanno la stessa velocità fino a che la vetta non si arresta; da qui in avanti si forma il Loop, il quale sarà conseguentemente parallelo alla superficie dell'acqua così come la coda Anche in questo caso, prima dello stop, la coda viene richiamata sempre con progressione, poiché se non fosse così, il brusco arresto porterebbe inevitabilmente a chiusure di Loop con conseguenti agganci della mosca alla coda. Un'altra teoria, questa di origine americana, dice che il Loop che si forma con il Momento Spinta, è dato dal punto più alto e più basso che il vettino della canna tocca nell'intero lancio indietro o in avanti, rigorosamente effettuato in verticale.

IL M.S. NELLE CODE LEGGERE:
Ricordandoci che il Momento Spinta è in strettissimo rapporto con il Loop, teniamo sempre presente che:

1) Non deve mai essere l'ultima operazione del lancio bensì la penultima. L'ammortizzamento, atto a scaricare le vibrazioni della canna, sarà l'ultima operazione. Tra il M.S. e l'ammortizzamento, non devono esserci stop.
2) Deve essere sempre preceduto da una accelerazione costante della coda.
3) La canna prima del M.S. dovrà essere quasi scarica, cioè deve portarsi dietro la coda che dovrà passare in testa, e formare il Loop, solo nell'attimo in cui si esegue il M.S.
4) La sua esecuzione, dovrà avvenire il più basso possibile, cioè con la canna a circa 45°.
5) La sua esecuzione, dovrà essere concentrata in uno spazio minimo rispetto a tutto il tragitto della canna nel lancio in avanti.
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L M.S. NELLE CODE INTERMEDIE:
In questa tipologia di code che potremmo identificare con la 5 e la 6 indistintamente DT o WF, il M.S. può essere eseguito come per le code leggere o come per quelle pesanti che vedremo poi. In altre parole, si possono lanciare tentando, nei limiti, di velocizzarle ricordandosi sempre che si stanno utilizzando canne piuttosto lunghe (8',6'' 9' 9'6'') e che quindi è necessario allungare i tempi rispetto alle canne corte, oppure rispettando un lancio più classico dove il M.S. è identificato con lo stop della canna.

IL M.S. NELLE CODE PESANTI:
Le code pesanti vanno dalla numero 7 in su e si identificano nella pesca di prede particolarmente grandi fino ad arrivare al salmone o ai grossi pesci dei mari tropicali. Inoltre esiste anche la componente del profilo che in quelle pesanti tende ad essere decentrata (WF) proprio per sfruttare al massimo le peculiarità di potenza e shooting e quindi del trascinamento dell'artificiale. Le canne più idonee a lanciare le code pesanti partono dalla 8',6'' ed avranno una potenza decisamente maggiore di quelle progettate sia per le code leggere che intermedie. Ora, si capisce subito che il lancio che ne consegue avrà delle matrici diverse e si differenzia nettamente dalle code leggere nella velocità, nelle escursioni del braccio, nella mano sinistra ed in particolare negli stop che proprio come per le tecniche classiche che abbiamo visto prima, generano il M.S. E' chiaro che al pescatore viene in aiuto la massa della coda la quale è alquanto grande ed è lanciata da una canna decisamente potente. Proprio quest'ultima caricandosi a dovere restituirà l'energia accumulata, proprio nel M.S. , alla coda la quale quasi per inerzia fenderà l'aria con facilità trascinandosi dietro il pesante o voluminoso artificiale. Da sottolineare che non è che avendo una coda pesante ed una canna lunga e potente sia più facile lanciare e fare distanza, tutt'altro. Se non si rispettano i tempi ed in particolar modo le spinte che in queste attrezzature non debbono essere mai esagerate proprio perché si ha una canna potente, si rischia di avere risultati scarsi o nulli. Nel prossimo numero ci occuperemo di altre regole che stanno alla base del lancio che, anche se non importanti come il Momento Spinta, assumono comunque una grossa rilevanza al fine di fare in modo che il pescatore possa finalmente "comandare" in acqua e non essere più suo succube.
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parliamo di lanci Empty L'escursione del braccio

Messaggio  ondulandes Lun Ott 11, 2010 10:13 am

L'escursione del braccio
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L'escursione de lbraccio è un elemento non trascurabile nella tecnica di lancio moderna, sarà da questo elemento che si otterrà infatti quella altissima velocità di coda propria del lancio di code leggere.

Lanciare le code leggere e quelle pesanti, come abbiamo detto, non è la stessa cosa. Tempi, tipologia di spinte, escursioni del braccio, utilizzo della mano sinistra, attrezzature e spazi di accelerazione sono del tutto diversi nelle due tipologie di code. I motivi di ciò sono immediatamente comprensibili. Iniziamo dall'attrezzatura che in un verso o nell'altro è quella che innesca tutte le componenti citate. Chiunque, anche chi non ha mai preso in mano una canna da mosca riesce immediatamente a capire che la gestione di una 7',6'' non può essere uguale ad una 10', due attrezzi estremamente differenti tra di loro come azioni, potenze e rapidità. In una canna corta adatta a lanciare code leggere dalla uno alla quattro, per far si che queste siano proiettate in velocità, peculiarità principale affinché questa tipologia di code dia i loro maggiori vantaggi, è necessario avere il maggiore spazio possibile sia per il lancio indietro che in avanti per produrre una giusta accelerazione.
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Quindi per soddisfare questa esigenza la canna dovrà compiere un arco all'incirca di 170°. (foto1) In questa maniera, si avrà tutto lo spazio necessario per far si che una coda dalla massa molto piccola possa essere proiettata nella velocità che le compete. Se analizziamo invece le code pesanti, quelle per intenderci che vanno dalla 7 in su, il discorso della velocità diventa di secondaria importanza. In effetti, la potenza di questi attrezzi che per giunta sono anche molto più lunghi, fa si che l'energia che accumulano quando vengono caricate lanciando, fa si che viene restituita alla coda in maniera generosa. Questo ci fa capire che la massa della coda, maggiore di quelle leggere, necessita di tempi più lunghi per far si che questa possa distendersi sia all'indietro che in avanti. Ecco che l'escursione del braccio diventa molto più breve, circa 90°.(foto2) Anche se in maniera meno evidente e con uno spazio inferiore, anche con queste code è necessario eseguire una giusta accelerazione. Ricapitolando quindi, nelle code leggere è fondamentale molta accelerazione che necessariamente viene prodotta da uno spazio maggiore, mentre le code pesanti necessitano non di una velocità elevata, ma di una buona potenza data dalla canna la quale quindi avrà bisogno di uno spazio inferiore.
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parliamo di lanci Empty Le impugnature

Messaggio  ondulandes Lun Ott 11, 2010 10:45 am

Le impugnature
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Se è vero che saper lanciare bene contribuisce ad aumentare la possibilità di cattura, diventa fondamentale un corretto utilizzo dell'attrezzatura anche attraverso elementi che possono sembrare poco importanti come impugnare una canna da mosca.

Impugnare una canna da mosca è da sempre stato un elemento di confronto tra pescatori e se è vero che il lancio della coda di topo è legato indissolubilmente all'attrezzatura, in particolare alla canna, si può comprendere l'importanza che può assumere il modo di come questa venga impugnata. Spesso si sente dire che un lancio si esegue meglio con un modo di impugnare rispetto ad un altro, o che quella canna risponde in maniera migliore se al posto del dito "x" si utilizzasse il dito "y" ecc., ed in parte si può essere d'accordo, anche se ci sono delle matrici in cui, per tutta una serie di motivi e che andremo a verificare, è necessario restarne all'interno. Nella maggior parte delle altre tecniche di pesca la canna si impugna con due mani a causa del peso e perché, per eseguire un buon lancio della lenza, è necessario generare una rotazione della canna. Questa rotazione è prodotta da quello che si chiama in termini scientifici "momento" ovvero una coppia di forze che sono poi le mani del pescatore le quali, spingendo in maniera opposta, procurano una rotazione della canna che sta alla base del lancio mandando con l'aiuto del peso del piombo l'esca nella direzione voluta. Ma se nelle altre tecniche di pesca il lancio è considerato alla pari, come importanza, di altri elementi che compongono tale tecnica di pesca, nel fly fishing l'elemento dinamico che sta alla base della gestione della coda di topo ha un rilievo assoluto, e su questo credo che siamo tutti d'accordo. Ora, se il lancio non può prescindere dalla canna, diventa estremamente importante impugnare bene il sughero per essere in grado di gestire l'attrezzo affinché la coda disegni quelle traiettorie a cui i pescatori danno, giustamente, una enorme importanza. Andiamo a vedere come le canne da mosca possono essere impugnate in relazione alle misure e alle potenze di cui questi attrezzi sono provvisti.

I METODI CLASSICI.
Prima di entrare nel dettaglio delle impugnature, va fatta una divisione in relazione al tipo di canna da utilizzare e cioè quelle corte e/o leggere diciamo fino ad una 8'/9', destinate a lanciare code che non superino la 5, e quelle progettate per lanciare code da una 7 in su, canne potenti e sicuramente più pesanti. Stabilito questo, va detto che la canna da mosca si impugna con una sola mano ad eccezione di quelle particolarmente lunghe e potenti per pescare ad esempio i salmoni, che per ovvii motivi vanno prese con due mani, ma questa è un'altra storia. La pesca a mosca è nata in Inghilterra o, per essere più precisi, qui è stata sviluppata ed affinata fino alla forma attuale. Anche gli anglosassoni, nel loro storico tradizionalismo, hanno da sempre utilizzato quelle impugnature che per moltissimi anni sono state considerate da tutti, anche da noi, uniche e assolutamente da "tutelare". I metodi classici di impugnare le canne, sono quelli con il pollice e con l'indice che ancora oggi, in particolar modo il primo e per fortuna quasi più il secondo, sono ancora utilizzati. Partendo dalle canne potenti va detto che l'impugnatura è una sola ovvero quella con il pollice disteso sulla parte superiore del sughero e le altre quattro dita raggruppate a contrapporsi al pollice. Nella spinta in avanti è necessario, qualche volta, muovere la canna con una certa energia ed il pollice è il dito che meglio si addice a questa esigenza poiché più forte anche se, essendo questi attrezzi molto potenti, oltre a dover essere tenuti in mano con una buona presa, hanno delle caratteristiche intrinseche che, facendole caricare bene, non necessitano di una particolare spinta in avanti che, spesso, può risultare negativa. Pertanto, l'impugnatura migliore per queste canne, è quella con la mano che afferra saldamente il sughero al centro. Questa disposizione intermedia, non deve necessariamente aumentare la leva spostandosi in fondo al sughero fino all'attaccatura del mulinello. Negli altri tipi di attrezzature il discorso cambia specialmente in quelle corte
e leggere.
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Con queste ultime canne si pesca principalmente in torrente o nei fiumi del piano ed è proprio in questi posti che il lancio prevede la sua massima espressione. In relazione a ciò anche l'impugnatura diventa un elemento importante al fine di contribuire ad una migliore gestione dell'attrezzatura. Per queste, che ricordo essere composte da una canna fino agli 8'/9' fino ad una coda 5, le impugnature classiche sono due, quella con l'indice e quella con il pollice che a sua volta può essere di due tipi e cioè con il dito disteso sul sughero e con la mano spostata in altro o spostata in basso. La prima è meno valida specialmente per le canne fino agli 8', poiché se si considera che spesso con queste attrezzature si cerca di avere una leva maggiore per poter spingere meglio, con la mano spostata in alto la leva è, anche se di poco, minore dell'altro modo. Inoltre l'impugnatura con il pollice in genere, aumenta, specialmente nei novizi, la possibilità di piegare il polso nel lancio all'indietro a causa di uno scarso contatto del calciolo della canna con il palmo della mano. Con la mano spostata in alto questo elemento negativo aumenta di molto pregiudicando il buon risultato del lancio. Quindi l'impugnatura di una canna corta con il pollice, anche se ha dei limiti che può creare qualche problema di gestione della coda nel lancio indietro ma facilmente recuperabile, è una buona soluzione che permette di gestire dei lanci in cui spesso è necessario mettere in atto una buona tecnica. Anche se per alcuni è un'impugnatura interessante, quella con il dito indice, a mio avviso, è assolutamente da scartare. Pensata per migliorare la precisione nel lanciare l'artificiale sull'obbiettivo scelto, l'impugnatura ad indice non ha quasi niente di positivo. In effetti l'indice, nel caso in cui fosse necessario dare più energia, non facilita assolutamente la spinta a causa della forza minore che possiede questo dito, oppure se fosse necessario ruotare la canna in entrambe le direzioni, si sarebbe costretti ad aumentare la torsione del braccio causa le articolazioni dello stesso, per non parlare dell'esecuzione di alcuni lanci specifici in cui è necessaria una corretta e pratica rotazione del polso.
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A pensarci bene un elemento che potrebbe tornare utile ai novizi utilizzando questa impugnatura c'è, vale a dire la tenuta dell'asse che con l'indice aiuta. Il problema è che se si fa impugnare con l'indice fin dall'inizio un neo pescatore a mosca per evitare che questi vada in fuori asse, ci si ritroverà, però, quasi a ripartire sicuramente da zero quando, per tutti i motivi negativi di cui sopra, lo si dovrà far passare all'impugnatura con il pollice. Quindi coloro che si trovano bene con l'indice è perché hanno dei problemi di tenuta con l'asse, altrimenti non si spiegherebbe la ragione di detta impugnatura che resta estremamente negativa.

L'IMPUGNATURA AVVOLGENTE
L'idea era quella di aumentare la leva di una canna corta e per far ciò si pensò che abbassando anche di qualche centimetro l'impugnatura si sarebbe avuta questa maggiore leva che avrebbe aumentato i vantaggi di un certo tipo di canna utilizzata con delle code leggere. I risultati furono ottimi e da allora è diventato un modello del fly fishing italiano dandogli l'appellativo di impugnatura avvolgente che a prima vista può sembrare stravagante ma che, dopo averla provata e fatta propria, di stravagante ha ben poco. Ma con il tempo ci si è resi conto che oltre all'aumento della leva della canna, si avevano anche altri vantaggi come la conseguente eliminazione di molti di quei difetti che stanno alla base di un pessimo lancio. La definizione di avvolgente calza a pennello in quanto con questa impugnatura si avvolge, con il palmo della mano parte del mulinello. Il fatto, positivo, di aumentare la leva della canna così da sfruttarla tutta, lo si può riscontrare anche in altri sports dove chi impugna la racchetta o la mazza da golf, lo farà all'estremità dell'attrezzo, ma anche negli arnesi più comuni come il martello si fa la stessa cosa.

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Chiarendo come si dispongono le dita sul sughero della canna, va detto che l'anulare andrà ad inserirsi tra il mulinello e il calciolo della canna, il mignolo ricoprirà parte del mulinello, il medio si troverà sotto il sughero così come l'indice che sarà però un po' più staccato e vedremo il perchè, mentre il pollice sarà disteso sulla parte superiore dell'impugnatura. Detta così può sembrare complicata ma non lo è assolutamente. La disposizione delle dita, specialmente l'indice ed il pollice, ha una sua logica in funzione delle spinte che, durante il lancio, si dovranno dare sia indietro che in avanti. Quando si inizia il lancio indietro, l'accelerazione verrà eseguita con il solo indice e, quando avverrà il momento spinta indietro, tutta la mano stringerà l'impugnatura e l'indice premerà al massimo. Avvenuto il momento spinta i muscoli si rilasseranno e sarà il solo dito pollice a contrastare la corsa della canna. Iniziato il lancio in avanti, l'indice e le altre quattro dita serviranno solo da presa mentre il pollice darà l'energia maggiore. Anche nel lancio in avanti si stringerà la canna solo nel momento spinta ed il pollice forzando al massimo farà passare in testa la coda con la formazione del loop.
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Come abbiamo visto, la canna verrà stretta dalla mano solo nei due momenti spinta, avanti e dietro, e si limiterà a sostenere il sughero durante i due tragitti che precedono e seguono il momento spinta e questo vale per tutte le impugnature con il pollice e quella avvolgente tranne quella con l'indice che se ci pensate un attimo, avrà un "stretta" molto inferiore delle altre. Un altro elemento decisamente importante di questa impugnatura è che si ha sempre un contatto diretto tra il palmo della mano ed il calciolo della canna, elemento quest'ultimo di grande importanza nell'individuazione immediata, da parte del pescatore, del piegamento o meno del polso all'indietro. In effetti questo contatto continuo facilita la flessione del polso che deve essere utilizzata al fine di poter proiettare nel modo migliore una coda di topo e non il piegamento, che è tutt'altra, cosa e che potremmo trattare in un altro articolo dedicato a come questa importante articolazione del nostro corpo.

Come abbiamo visto nella pesca a mosca "prendere" e mantenere in mano una canna non è come per le altre tecniche di pesca, qui tutto ha un senso e tutto può essere migliorato. Del resto se non fosse così si perderebbe quel fascino che fa della nostra tecnica non solo una modo di pescate ma una vera e propria arte.

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