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IL DENTICE E IL SUO ,,,,,,,FASCINO,,,,,,

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 20, 2010 5:06 pm

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Messaggio  GinoSpigolaAdmin Ven Ago 20, 2010 5:09 pm

Raggiunge la dimensione massima di circa 1 metro,con un peso intorno a 15 Kg.
E' presente in tutto il Mediterraneo a batimentriche da -1 mt fino a - 200 mt, con preferenza per i fondali intorno a -50 mt.
Da adulto e' un pesce solitario,mentre nello stadio giovanile si puo' trovare in piccoli gruppi.
I fondali che preferisce sono le zone scogliose.
Si alimenta prevalentemente di pesci, crostacei e cefalopodi.
Spesso gli esemplari piu' giovani sono ermafroditi. La riproduzione avviene da Marzo a Maggio.
E' una specie con limitate possibilità di assorbire l'intenso prelevamento da parte della pesca professionale, quindi in rapida diminuzione.
Fortunatamente il suo habitat, costituito da scogliere sommerse, ne rende difficile la pesca con le reti a strascico e anche per pesca sportiva è un pesce "difficile" grazie alla sua innata diffidenza.
Le sue carni sono ottime, specialmente gli esemplari pescati nel Tirreno, meno pregiati quelli provenienti dalle coste Africane.


In figura e' mostrata la diffusione nei mari Italiani ( per l'interpretazione della mappa vedi Nota).




La pesca del Dentice
Per pescare il Dentice con buone possibilità di successo occorre avere ben presenti alcune sue caratteristiche, in particolare :

Il Dentice è di natura solitaria, per trovarlo occorre cercarlo e se si ha una cattura ben difficilmente nello stesso punto si potrà ripetere l'incontro, almeno in tempi brevi.
Solo gli esemplari molto giovani possono trovarsi in branchetti comunque mai numerosi.
Il chè in termini pratici significa :

Pescando a Bolentino non ancorate, ma andate a scarroccio
Con la Coffa non vi aspettate piu' di una cattura


E' un pesce molto diffidente che difficilmente attacca esche dall'aspetto inconsueto, quindi non utilizzate esche "estrose"


Le esche che forniscono qualche risultato sono solo le naturali, con le esche artificiali le catture sono del tutto occasionali e, generalmente, di esemplari giovani.


E' un pesce pigro, occore cercarlo con puntigliosità, lui non si muove. Solo se l'esca gli passa accanto potrebbe attaccarla, per cacciare non si sposta mai di molto.


Rimane sempre in prossimità del fondo. La profondità che preferisce è intorno a 50 mt.


I periodi migliori sono i mesi della riproduzione e quelli caldi, quindi da Marzo/Aprile a tutto Settembre, in questi periodi si sono avute anche diverse catture sotto costa a profondità intorno a 10 mt.


I giovani, taglia 100/300 gr, frequentano spesso zone costiere ( intorno a -25/-30 mt) con presenza di vegetazione o di scogli e attaccano Vermi e Cannelli, ma è un peccato pescarli cosi piccoli, oltre ad essere vietato. Diverse catture di piccoli esemplari avvengono mentre si pesca a Bolenino per Fraolini




Uno stupendo Dentice ed un Praio eccezionale
Catturati con la Coffa da Frenk 63 a Menfi (Sicilia)





Pesca dei Dentici con la Coffa
La Coffa per Dentici è costruita per pescare sul fondo. Braccioli molto lunghi (da 100 a 120/150 cm con diametro da 0.50/0.70 ) e trave consistente ( 5 - 7 mm ) perchè, data la necessità di calarla in zone scogliose, spesso si incaglia e, per salparla, non resta altra alternativa che il tiro alla fune, che, se la trave è sovradimensionata produrà solo la perdita di alcuni braccioli, in caso contrario potrebbe causare la perdita anche totale dell'attrezzo.
Per rimedare agli incagli esiste un attrezzo detto "tortano", sostanzialmente costituito da un anello spaccato e assicurato ad una cima, se un capo della Coffa è accessibile si inserisce l'anello e, dopo averlo fatto affondare lungo il trave della Coffa, tramite la cima ad esso collegate si manovra per disincagliare.
Un secondo attrezzo è costituito da un corpo generalmente cilindrico con una serie di uncini. Facendolo strisciare sul fondo si dovrebbe agganciare la Coffa e quindi recuperare, teoricamente.
In pratica entrambe le operazioni sono molto difficoltose e normamente non particolarmente efficaci, quindi meglio una trave particolarmente robusta.
La Coffa andrà calata, a levata di sole, intorno agli scogli ed innescata con : Sarde , Seppioline, Moscardini ( polipetti).



Pesca dei Dentici a Bolentino
Per questi tipo di pesca occorre una canna robusta, anche poco sensibile( se il Dentice abbocca si vede bene anche con un bastone) lenza in multifibre da 10/12 Lb, terminale da 0,50/0,60 e braccioli, massimo due, da 0,35/0,40.
Il terminale deve essere con piombo finale ( 300/400 gr, in funzione della profondità e della corrente ) e con lunghezza dei braccioli tale da non superare i piombo.
Come accennato si deve pescare a scarroccio, quindi solo con vento leggero .
L'esca migliore sarebbe un pescetto vivo, montato come descritto nella pesca del Serra , ma è un'esca difficile da reperire e mantenere, ottime alternative sono : Sarde inescate intere, Aguglie e Aguilline.
Per l'innesco delle Sarde i migliori risultati si ottengono utilizzando un ancorotto con la Sarda privata della testa e montata come descritto nella pagina Pesca delle Occhiate, paragrafo "Pesca con canna dalla barca".
Anche per il Bolentino si dovranno mettere in conto diversi incagli, conseguenti allo scarroccio in zone rocciose, e numerosi cambi di esca perchè rovinata dai continui attacchi delle Perchie.
La lenza, per quanto possibile, dovrà mantenere il piombo rasente il fondo, senza farlo appoggiare.



Pesca dei Dentici a Traina
La Traina ai Dentici, a mio parere, è la forma piu' sportiva di pesca.
Questo perchè presenta una serie di difficoltà che scoraggiano i piu' e la rendono alla portata solo di pochi appassionati disposti ad attrezzarsi per le specificità di questa pesca e a perdere numerose montature, pur di effettuare bellissime catture che con le altre tecniche sono molto improbabili.
I punti fondamentali sono tre :

Traina lenta, al massimo 2 nodi, e già questo per molte imbarcazioni è un ostacolo insormontabile.
Esca rigorosamente a poca distanza dal fondo. Cosa che richiede l'uso della "palla di cannone"( vedi La pesca a traina)
Esca viva, quindi ossigenatore a bordo

In raltà la cosa è ancora piu' complicata, infatti per portare l' affondatore alle profondità richieste anche la velocità di due nodi è eccessiva.
Il valore di 2 nodi è il limite massimo che consente di presentare l'esca in modo naturale, ma a profondità di diverse decine di metri la spinta dell'acqua sul cavo e sul piombo impedisce l'affondamento anche a velocità cosi' limitate.
In altre parole neanche con una palla di cannone del peso di diversi chili si riuscirebbe a lambire il fondale.
Questo fatto costringe ad adottare due diversi metodi in funzione della profondità, cioè utilizzare il metodo descritto ( palla di cannone e velocità fino a due nodi) solo per le profondità minori alle quali il sistema di affondamento è ancora valido e scegliere, per profondità maggiori, un metodo a cavallo tra la traina ed il bolentino a scarroccio.

Orientativamente la prima soluzione, traina lenta, si puo' adottare fino a profondità dell'ordine di 20/30 mt.
La palla di cannone da 2/3 Kg sarà provvista di pinza di sgancio a cui viene collegata la lenza, lasciando una abbondante distanza, orientativamente l'esca deve essere a 10/20 mt dal piombo.
Comunque anche questo assetto presenta varie difficoltà, la principale è propio la distanza tra piombo ed esca, infatti al presentarsi di un ostacolo poichè l'esca ha molto filo in piu' del piombo occorre salpare la palla di cannone di una quantità proporzionalmente piu' grande per evitare che sia l'esca ad incontrare l'ostacolo, quantità molto spesso difficile da valutare, inoltre i veloci sali scendi non sono certo salutari per l'esca viva.
Per profondità maggiori occorre ridurre la velocità di traina a valori dell'ordine di 0,5 nodi, cioè a velocità di scarroccio anche abbastanza lento.
E in effeti si tratta di effettuare una pesca a scarroccio con affondatore a palla di cannone, sempre provvista di sistema di sgancio ed esca alla massima distanza consetita dal tipo di fondale e dal tipo di esca.
Orientativamente si inizia con 3/6 mt e, se non succedono incagli ( dell'esca ), si aumenta cercando di arrivare al valore ottimale di circa 15 mt.
In sostanza questa soluzione non è molto diversa dal Bolentino descritto precedentemente, in piu' offre la possibilità di tenere l'esca molto distante dal piombo, cosa non di poco conto con un pesce sospettoso come il Dentice.
Inoltre la palla di cannone, assicurata con cavetto di acciaio, sopporta molto meglio gli inevitabili urti contro gli scogli che non un piombo montato su nylon.
Per questo tipo di "traina" la palla di cannone sarà di peso molto contenuto, orientativamente 0,5 - 1 Kg a seconda della corrente, e l'esca naturale anche morta ( naturalmente il vivo ha una resa molto maggiore) innescata con cura ed impiegata solo dopo averne verificato la corretta navigazione. Se lo scaroccio fosse eccessivo utilizzare l'ancora galleggiante, tenedo presente che la barca deve muoversi molto lentamente.


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